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15 LUGLIO – MASCHIO ANGIOINO – NAPOLI – ore 21:00

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il 24 maggio 2012
La Scuola Tedesca di Milano con il patrocinio del Consolato Generale di Milano presenta
Gerhard Polt & Trio Converso
in
DA FAHR’N WIR NIMMER HIN

con l’artista bavarese Gerhard Polt ed il “Trio Converso” di Napoli.

24. Mai in der Deutschen Schule Mailand

Beginn 20:00 Uhr
Aula Magna
Scuola Germanica di Milano
Via Legnano 24
20121 Milano

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Teatro di San Carlo dal 28 al 29 aprile 2012
REQUIEM IN MEMORIA DI PIER PAOLO PASOLINI
di Roberto De Simone

Con questa sua composizione, Roberto De Simone rende omaggio ad un artista che ha reso grande l’Italia nel mondo.

REQUIEM IN MEMORIA DI PIER PAOLO PASOLINI
direttore Jonathan Webb
maestro del Coro Salvatore Caputo
maestro del Coro di Voci Bianche Stefania Rinaldi

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo

Gruppo Vocale GLI ALBERI DI CANTO TEATRO di Mariano Bauduin

Soli:
James SeneseGiulio LiguoriRaffaello Converso
Maddalena CrippaEnrico VicinanzaGiovanni Mauriello
Pina GiarmanàAntonella Morea

Vocalisti:
Renata FuscoAnna SpagnuoloTonia PellegrinoMichela Latorre
Patrizia Spinosi Annita VigilanteGiuseppe ParisiFranco Castiglia
Maurizio MuranoBiagio AbenanteGiuseppe RanoiaAntonio Romano

Gruppo Jazz:
tastiere Francesco Nastro
batteria Raffaele Di Fenza
contrabasso Rino Zurzolo
trombone Roberto Schiano

Teatro di San Carlo

Sabato 28 aprile 2012, ore 20.30
Domenica 29 aprile 2012, ore 18.00

“Crocifissione”

Tutte le piaghe sono al sole ed Egli muore sotto gli occhi di tutti:
perfino la madre sotto il petto, il ventre, i ginocchi, guarda il Suo corpo patire.
L’alba e il vespro Gli fanno luce sulle braccia aperte
e l’Aprile intenerisce il Suo esibire la morte a sguardi che Lo bruciano.
Perché Cristo fu ESPOSTO in Croce?
Oh scossa del cuore al nudo corpo del giovinetto…
atroce offesa al suo pudore crudo…
Il sole e gli sguardi! La voce estrema chiese a Dio perdono
con un singhiozzo di vergogna rossa nel cielo senza suono,
tra pupille fresche e annoiate di Lui: morte, sesso e gogna.
Bisogna esporsi (questo insegna il povero Cristo inchiodato?),
la chiarezza del cuore è degna di ogni scherno, di ogni peccato
di ogni più nuda passione… (questo vuol dire il Crocifisso?
sacrificare ogni giorno il dono rinunciare ogni giorno al perdono
sporgersi ingenui sull’abisso).
Noi staremo offerti sulla croce, alla gogna, tra le pupille limpide di gioia feroce,
scoprendo all’ironia le stille del sangue dal petto ai ginocchi, miti, ridicoli,
tremando d’intelletto e passione nel gioco del cuore arso dal suo fuoco,
per testimoniare lo scandalo.

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XXXII^ edizione BENEVENTO CittàSpettacolo
Venerdì 9 settembre
Benevento – Teatro Romano – ore 21:30
PRIMA NAZIONALE

Marechiaro, waiting for the moon
“canzune & songs all’Osteria di Marechiaro” da Francesco Cerlone

di Mariano Bauduin
musiche originali ed elaborazioni musicali su materiali di Cole Porter M° Roberto De Simone
regia Mariano Bauduin
scena Nicola Rubertelli
costumi Marianna Carbone

con

Antonella Morea LESBINA Galanti, gentildonna palermitana, celebre cantante americana, amante non già del Capitano ma della sua fortuna

Lalla Esposito DORINA, marchesina romana promessa sposa del Capitano ed amante di Federico

Raffaello Converso CAPITANO, già conte di Zampano napolitano, comandante di marina, promesso sposo di Dorina, amante di Lesbina, corteggiatore di Chiarella

Adriano Mottola FEDERICO Onesti, fintosi marinaio del Capitano, nobile pisano ed amante di Dorina

Giovanni Mauriello ABATE Scarpinelli, impresario, protettore americano di Lesbina

Bianca Fenizia CHIARELLA, graziosa ragazza, amante del Conte

Franco Javarone CARL’ANDREA, oste di Marechiaro

Giulio Liguori MARCHESE Olivieri, padre di Dorina

Biagio Abenante SOLDATO americano, ferito a morte per un’esplosione

produzione Sirena Eventi

maestro concertatore Gerardo Buonocore
violino Luca Bagagli
violoncello Leonardo Massa
contrabbasso Ottavio Gaudiano
clarinetto Luca Cipriano
clarinetto basso Luciano Nini
pianoforte Antima Pepe
chitarra Eleonora Strino
mandolino Agostino Oliviero
arpa Anna Cefalo
fisarmonica Nicola Mellino

regia e drammaturgia Mariano Bauduin
direzione di produzione Sara Marrucci
direzione artistica Mariano Bauduin
segreteria di produzione Maria Gigante
assistente alla regia Gianandrea Ventrella
M° Collaboratore alle orchestrazioni Filippo D’Allio
M° Preparatore Antima Pepe
direttore tecnico Errico Quagliozzi
macchinista Agostino Esposito
attrezzista Antonio Laino
aiuto attrezzista Antonella Mauro
sarta Mariana Mazzitelli
autotrasporti Liberato Trasporti S.r.l.
attrezzeria E. Rancati S.r.l. – Roma
sartoria Costumi d’Arte Srl
parrucche e trucco Annamaria Sorrentino
calzature Pompei 2000 Srl
luci e fonica Perrella Ligthing and Sound Services

A Marechiaro ce sta ‘na fenestra… cantava il Di Giacomo; ma a Marechiaro non c’è solo una finestra; c’è, nel riflesso del mare, la fantasia degli innumerevoli visitatori, napoletani o stranieri che, fin dal 1500, si recavano in quel luogo, già rinomato per i ruderi di epoca classica, e per le osterie che offrivano una piacevole sosta dopo una passeggiata in barca che iniziava al Molo di Napoli (attuale Piazza Castello). Colà, difatti, erano in attesa i barcaioli da nolo, che conducevano i gitanti in gondola e in feluche, costeggiando l’incantevole spiaggia di Santa Lucia, di Chiaia, di Mergellina, fino a Posillipo e poi a Marechiaro, cui si accedeva soltanto in barca, né il luogo era raggiungibile in carrozza, o in portantina, per la carenza di strade su quella collina che a strapiombo si specchiava nel mare tra costoni e dirupi.
La commedia “L’Osteria di Marechiaro” di Francesco Cerlone tratta i casi del Conte di Zampano, donnaiolo incallito, perseguitato da Lesbina, sua ex amante, cui aveva dato parola di matrimonio. Ma egli, incapricciatosi di Chiarella, ricusa le nozze, rimangiandosi la promessa fatta. L’azione si complica quando appare il fantasma del marito morto di Lesbina, ed ella si scopre vedova. Inoltre, compaiono sulla costa di Marechiaro il Marchese e la figlia Dorina, altra promessa sposa dell’imprudente Conte, ma la giovane romana ama segretamente il cameriere del Conte, Federico. In quelle medesime grotte Petronio ambientò alcuni episodi del suo Satyricon, relativi a riti misterici; e ivi collocò la leggenda virgiliana, narrata durante la cena di Trimalcione, secondo la quale in quelle cave si conservava l’ampolla in cui era imprigionato lo spirito della Sibilla Cumana, e ai ragazzi che le chiedevano: “Sibilla, cosa vuoi?”, ella rispondeva: “Voglio morire”. La trasposizione nello spettacolo “Marechiaro waiting for the moon” che potrebbe essere considerata la libera traduzione del verso digiacomiano: Quanno sponta la luna a Marechiaro / pure li pisce nce fanno ll’ammore; ha raccolto tutti questi elementi presenti nell’opera in musica e li ha trasformati nella versione in prosa mediante una ricerca di valori formali e linguistici propri di un nuovo spettacolo, nuovo nella drammaturgia e nella costruzione poetica facendo di quegli stessi elementi un punto di partenza per lo sviluppo di nuovi e interessanti aspetti. Innanzitutto il tessuto musicale che gioca di rimandi e deformazioni come chi si specchia nello stesso mare di Marechiaro, e il mare diventa emblema di un’unione tra ciò che il mare dà ciò che il mare prende;
prende le liriche del digiacomo e ce le rimanda con le melodie del Porter così tanto impregnate di desiderio e di pulsante voglia di vivere come di amare; allora la nostra Osteria di Marechiaro potrebbe essere collocata fantasticamente sulla costa di Manhattan o a Central Park. Eppure dall’oltre oceano arrivano anche negatività e violenza: il contrabbando con la mafia americana, Lucky Luciano, le sigarette, l’alcool, ecc. Che il titolo stesso della nostra commedia alluda a una “loggia” di Marechiaro? O a riunioni segrete nei luoghi attigui ove si collocavano grotte e ville patrizie? Del resto, era anche nei costumi della camorra, quello di radunare i membri della onorata società, nelle grotte delle Fontanelle, oppure in un ristorante fuori mano. Nel corso di un banchetto imbandito in un rinomato ristorante di provincia, difatti, agli inizi del Novecento, i capintesta della Camorra celebrarono un processo e sentenziarono le condanne a morte dei coniugi Cuocolo.
Ovviamente, non ci limiteremo alla recitazione dei versi del libretto, i quali risulterebbero alquanto stucchevoli senza il supporto musicale del melodramma paisielliano, bensì abbiamo attivato una trascrizione e un riadattamento dell’intero libretto, per il quale sono stati adoperati elementi digiacomiani, per i personaggi che parlano nell’antico dialetto napoletano,
mentre per i personaggi dell’Abate e di Lesbina ci siamo riferiti al poeta siciliano Giovanni Meli travestendolo di uno slang americano come quello dei gangster statunitensi, per Dorina e il Marchese abbiamo adoperato i versi in
romanesco vernacolare di Gioacchino Belli.

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dall’11 al 14 giugno 2011
Teatro di San Carlo

L’OSTERIA DI MARECHIARO
di Giovanni Paisiello
libretto di Francesco Cerlone

direttore Donato Renzetti
regia Roberto De Simone
regista collaboratore Mariano Bauduin
scene Nicola Rubertelli
costumi Odette Nicoletti

.

Lesbina Monica Bacelli – Chiarella/Spiritello Marina Comparato – Il Conte di Zampano Filippo Morace
L’abate Scarpinello Antonio Siragusa – Il Marchese Olivieri Raffaello Converso – Dorina Mina Yamazaki
Carl’Andrea Domenico Colaianni – Federico Arianna Donadelli – Peppariello Biagio Abenante

Orchestra del Teatro di San Carlo
Allestimento del Teatro di San Carlo

Il San Carlo propone il fortunato allestimento andato in scena per la prima volta nel 2001 dell’Osteria di Marechiaro, commedia di Giovanni Paisiello, riscoperta e rivisitata da Roberto De Simone. Un concetrato di azione, musica versatile e divertente, e scenari incantati della “mitologia” napoletana.

The San Carlo presents the successful performance of the Osteria di Marechiaro staged for the first time in 2001, a comedy by Giovanni Paisiello, rediscovered and revisited by Roberto De Simone. A concentration of action, versatile music and fun, and enchanting sceneries of the Neapolitan “mithology”.

foto Francesco Squeglia

ALL’OSTERIA, ZONA DI TRANSITO E SOSPENSIONE TEATRALE L’Osteria di Marechiaro, opera musicale composta da Giovanni Paisiello su libretto di Francesco Cerlone, apre la Stagione Estiva del Teatro di San Carlo di Napoli. A Roberto De Simone la regia dello spettacolo sottoposto ad una personale revisione ed elaborazione drammaturgica in due atti. Direzione d’orchestra limpida e impeccabile firmata da Donato Renzetti.La scrittura, convertita in canto della presenza da una regia attenta alla corporeità attoriale e alla comunicazione metalinguistica, risplende oggi come attento intarsio di parole ed espressioni estrapolate dal linguaggio vernacolare, dall’uso colloquiale, fino ad evaporare attraverso aulicismi di provenienza metastasiana.
Vitale, la scena diviene testimone di una cultura elevata che scorre, sorniona, dalle labbra dell’Abate Scarpinelli, ancora diviene contrasto cromatico d’atmosfere popolari ruotanti intorno alla taverna e all’alea del gioco della morra. All’impiego delle arie che fremono di malinconia silenziosa, fanno sponda recitativi dai toni grotteschi o scene d’assieme in cui terzetti fondono stati psicologici e canti da taverniere.
I temi riemergono dall’acclamata Commeddeia pe mmuseca, diffusa nel settecento presso Lo Triato de li Shiorentine, e si alimentano d’una nuova concezione teatrale che guarda al fiabesco. Ben note al De Simone sono le fonti letterarie d’ascendenza fantastica che influenzarono la stesura del libretto, le suggestioni esotiche derivanti da Le Mille e una notte, le apparizioni dell’Jinn mutato in Spiritello che supplica, come angelo meccanico vestito d’artificio spoglio, «Tu che vieni in questo loco sventurato forastiero Deh! sollevami dal foco raddolcisci il mio penar. Ah caro Conte mio, io son serrato e dentro d’un’ampolla condannato». Noti anche gli echi provenienti dalla fiaba Lo cuorvo, presente nella quarta giornata de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, che riversano sul palco pietrificazioni d’incantesimi in forma umana.
La direzione di De Simone reinventa la comunicazione scenica attraverso l’informazione dell’elemento favolistico, primario effetto della visionaria magia, motivo ontologicamente pertinente alle apparizioni della sfera del teatro.
Magia e metamorfosi del personaggio, riflesso in un processo d’inversione della scena divenuta «Orrida Stanza», sono i cardini di fondazione di una poetica teatrale che crea aderenza tra fiaba e rappresentazione, sperimentando l’altrove surreale nei tempi e negli spazi del teatro. Se viene dato alla lingua il compito di evocare immagini fantastiche, questa riesce nel suo intento se strutturata nella codificazione musicale. Il canto è, in maniera pulsante, la formula incantata che evoca un sortilegio, che apre alla falsificazione operata dal mascheramento…
Limpida la direzione dell’Orchestra del Teatro San Carlo firmata da Donato Renzetti; intensa la performance degli interpreti Marina Comparato ( Chiarella/Spiritello), Monica Bacelli (Lesbina), Filippo Morace (Conte di Zampano), Mina Yamazaki (Dorina), Antonio Siragusa (Abate Scarpelli). Accanto a loro, capaci di completare un quadro di tipologie armonizzate, foriere di retroterra caratteristici diversi e in solida relazione, Arianna Donadelli (Federico), Domenico Colaianni (Carl’Andrea), Raffaello Converso (Marchese Olivieri), Biagio Abenante ( Peppariello), hanno contribuito alla definizione di uno spettacolo dinamico per ritmo, corpo e cromie. Sogno, ombre vaporose di sogno in scenari possibili, pieghe del fiabesco, meccanismi del riso basso condotto al massimo dell’espressività dalla sublime partitura di Paisiello.
È il San Carlo, splende, non solo per pregi architettonici.

Napoli, Teatro di San Carlo, domenica 12 giugno 2011
Christian Iorio per
ARTEATRO
www.arteatro.eu

“L’Osteria di Marechiaro” conquista il “San Carlo”

Il pubblico napoletano ha accolto con entusiasmo “L’Osteria di Marechiaro”, commedia in due atti di Francesco Cerlone su musica di Giovanni Paisiello, andata in scena al Teatro di San Carlo nella revisione ed elaborazione drammaturgica curata da Roberto De Simone.
Il noto musicologo partenopeo si è detto invece scontento delle sonorità del Teatro dopo il restauro. Non è la prima volta che presenta una sua opera dopo i lavori di ripristino effettuati, ma nel “Pergolesi in Olimpiade” l’Orchestra era posizionata sul palcoscenico dietro ai cantanti. Stavolta, con l’orchestra in buca, egli sostiene che sia peggiorata la qualità del suono che si percepisce in sala. La soprintendente, Rosanna Purchia, da parte sua, ha assicurato che i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti nel rispetto dell’alta qualità acustica preesistente, d’altra parte tutti gli artisti che si sono alternati finora sul palcoscenico del Massimo napoletano si sono detti soddisfatti dell’acustica. Riccardo Muti, che ha tenuto già tre concerti dopo i sopracitati lavori, si è inserito nella polemica sostenendo che il risultato acustico della sala e del suono proveniente dal palcoscenico è senz’altro “più nitido e certamente migliore, rispetto alle sue precedenti esperienze trentennali al Teatro di San Carlo”.
Tornando all’opera di Paisiello e al libretto di Francesco Cerlone, essa tratta del Conte di Zampano, un dongiovanni galante ma tanto popolare da parlare in dialetto che, dopo aver chiesto la mano di una dama, Lesbina, e poi di un’altra, Dorina, amanti a loro volta dell’abate Scarpinelli e di Federico, si innamora di una terza, Chiarella. Tra varie peripezie, sfide a duello, promesse del Conte e gelosie delle tre donne si giunge finalmente al lieto fine attraverso l’intervento magico di uno spiritello. È interessante notare come la trama rimandi alla vita di Paisiello, che affrontò persino il carcere a causa delle sue tresche amorose. Come osserva lo stesso De Simone “le scene tra Chiarella e il Conte sembrano riferirsi allo spettegolato rapporto tra il musicista e Caterina Catalli, cantante che, scorrendo gli elenchi del Florimo, si produceva esclusivamente in opere di Paisiello”.
L’adattamento di De Simone che taglia molti recitativi e aggiunge nel secondo atto alcuni brani musicali tratti da una farsa, che di solito andava in scena dopo l’opera, si avvale delle pittoresche ma mai scontate scene di Nicola Rubertelli, evidenziate e valorizzate dal sapiente disegno luci di Giuseppe Perrella. Circondati da una cornice ellittica, lo scenografo ci propone le sue gouaches napoletane che sono funzionali al racconto. Così come lo sono i raffinati e ricchi costumi che Odette Nicoletti ha realizzato in tinte tenui e polverose. Si tratta, in sintesi, dello stesso allestimento presentato al Teatro Bellini nel 2001, ma questa volta De Simone ha messo l’accento su una recitazione precisa e attenta alla diverse caratterizzazioni psicologiche dei personaggi.
Il musicologo spiega nelle sue note, come anche la scelta del cast abbia obbedito a questo scopo: “La mia maggiore attenzione è stata rivolta allo stile della vocalità, affidando i ruoli del Conte, di Lesbina, di Chiarella e di Dorina a cantanti con voce impostata classicamente e le parti dell’Abate, del Marchese, di Federico, di Carl’Andrea e di Peppariello a attori-cantanti senza impostazione accademica, bensì educati all’impiego della voce naturale”. Il risultato ha riscosso il favore del pubblico che ha applaudito con particolare calore Marina Comparato, una Chiarella garbatamente popolare; Monica Bacelli, una Lesbina ironicamente sopra le righe, Antonio Siragusa, un Abate Scarpinelli dotato di un sottile e gradevole umorismo.
Consensi anche agli altri componenti del cast, tra cui vanno nominati almeno Filippo Morace, sornione nella parte del Conte; Raffaello Converso, il Marchese, per la presenza scenica; e Domenico Colaianni, irresistibile nella scena della tovaglia. Molti consensi anche per la sapiente direzione d’orchestra, affidata a Donato Renzetti.

3 luglio 2011
Renato Ribaud per
AVANTI !
www.avanti.it

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“Intrattenimento a casa Di Giacomo”
Giovan Battista Pergolesi
LA SERVA PADRONA
Libretto di Gennaro Antonio Federico
direttore Giovanni Battista Rigon

regia, drammaturgia,
spazio scenico
Mariano Bauduin
costumi
Marianna Carbone

Serpina: Alessia Grimaldi Mariangela Sicilia
Uberto: Domenico Colaianni Roberto Tagliavini
Vespone, servo di Uberto: Raffaello Converso
Chitarrista: Edo Puccini

Orchestra Teatro di San Carlo

Foyer del Teatro di San Carlo

mercoledì 12 gennaio 2011, ore 20.30
giovedì 13 gennaio 2011, ore 20.30
sabato 15 gennaio 2011, ore 20.30
lunedì 17 gennaio 2011, ore 19.00
martedì 18 gennaio 2011, ore 19.00
giovedì 20 gennaio 2011, ore 19.00
sabato 22 gennaio 2011, ore 20.30
mercoledì 26 gennaio 2011, ore 20.30
venerdì 28 gennaio 2011, ore 20.30
domenica 30 gennaio 2011, ore 19.00

Corriere del Mezzogiorno Napoli
11 gennaio 2011

“Serva padrona”: De Simone voce fuori campo.
“…E’ “La serva padrona”, capolavoro buffo in due parti varato nel 1734 fra gli atti dell’opera seria “Il prigionier superbo” al San Bartolomeo e dunque a tre anni dalla costruzione del futuro San Carlo, in scena da domani al 30 nella versione di Mariano Bauduin…resta naturalmente intatta la rilettura che rende a noi più vicino il gioco fra la scaltra serva Serpina (Alessia Grimaldi) e il vecchio Uberto (Domenico Colaianni) affiancati dal muto complice Vespone (il bravissimo e versatile Raffaello Converso)…”

Giovanni Battista Rigon da :
Il Giornale di Vicenza – Eva Purelli
11 gennaio 2011

Una bacchetta vicentina al San Carlo di Napoli in omaggio a Pergolesi.
“…Vespone, il servo muto dell’Intermezzo di Pergolesi, in questa versione 2011 suona la chitarra, il mandolino e… canta una sua Aria. Raffaello Converso, napoletanissimo Vespone, qui al San Carlo, è un musicista poliedrico e straordinario!…”

Oltrecultura: Recensioni Musica – Lirica
Dario Ascoli
13 gennaio 2011

Salutando Pergolesi: La Serva padrona al Teatro San Carlo di Napoli
“…Abbiamo ritrovato e riammirato l’eclettica e briosa interpretazione di Raffaello Converso in Vespone; non solo servo muto, o se preferiamo, non parlante, ma anche cantante e polistrumentista; una voce marcatamente “non lirica”, ma intonata e dal bel colore…”

La repubblica
Sandro Compagnone
14 gennaio 2011

”La serva padrona” piccolo elegante gioiello
“…Un’ ora di spettacolo che vola via leggera, con le gran belle voci di Alessia Grimaldi (Serpina), Domenico Colaianni (Uberto) e Raffaello Converso (Vespone): e quest’ ultimo, rispetto al testo originale che lo vede in scena solo come attore nei recitativi, riceve in dono in questo allestimento la “siciliana” “Chi disse ca la femmena”, aria che nell’ altro capolavoro pergolesiano, “Lo Frate ‘ nnamorato”, è cantata dalla serva Vannella, ed eseguita qui nell’ arrangiamento di Mimmo Napolitano. La direzione d’ orchestra di Giovanni Battista Rigon è attenta e partecipe… In conclusione, questo spettacolo, salutato da un vivissimo successo, è un piccolo e prezioso gioiello, che si raccomanda a chi ama ancora eleganza e gusto.”

Roma
Massimo Lo Iacono
14 gennaio 2011

San Carlo, apprezzata la “Serva Padrona”
“…Comunque l’applauso è stato per tutti, per il regista e drammaturgo, il direttore, l’orchestra, i cantanti
Alessia Grimaldi, Domenico Colaianni, e Raffaello Converso…Vera perla della realizzazione musicale
il mandolino usato ad illuminare di inediti riverberi ed ad ampliare l’aria di Serpina “A Serpina penserete”, che nei passi solo strumentali sfiorava in qualche battuta il paradiso gluckiano dell’”Orfeo”.

Il Mattino
Stefano Valanzuolo
15 gennaio 2011

Pergolesi nel salotto Di Giacomo tra mandolini e carabinieri
“…Il trio di interpreti vede Domenico Colaianni (Uberto) emergere per volumi e chiarezza di fraseggio, Raffaello Converso (Vespone) per verve teatrale e Alessia Grimaldi (Serpina) per freschezza vocale. Molti applausi cordiali per uno spettacolo che è anche un tributo a De Simone.”

OperaClick
Bruno Tredicine
20 gennaio 2011

Napoli – Teatro San Carlo: Intrattenimento a casa Di Giacomo: La serva padrona
“…Raffaello Converso è stato un Vespone per una volta non muto: nella pausa fra i due intermezzi gli è stato affidato un momento musicale composto da Chi disse ca la femmena e dal duetto Una te fa la nzemprece (interpretato col supporto della Grimaldi), due brani dal Frate ‘nnammorato che Stravinski traspose nel suo Pulcinella. Il cantante, voce non lirica ma di ottima scuola, merita un ‘bravo’ per una pausa di raccoglimento malinconico che all’inizio ha sorpreso, ma poi ha avuto la sua suggestione.”

La serva padrona by the composer Giovan Battista Pergolesi will debut at the Teatro San Carlo in Naples on the evening of Wednesday January 12th at 8:30 Naples time. This would be the traditional production from Mr. Mariano Baudin with costumes from Miss Marianna Carbone. The roles of Serpina and Uberto are both double cast, with Miss Alessia Grimaldi interchanging with Miss Mariangela Sicilia, and Mr. Domenico Colaianni spotting with Mr. Roberto Tagliavini. Vespone will be essayed by Mr. Raffaello Converso, and Chitarrista is Mr. Edo Puccini. Mr. Gian Battista Rigon will be on the podium.

VIDEO LA SERVA PADRONA

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Il 5 agosto 2010 alle 20:30 nel Chiostro Santissima Trinità in Vico Equense – Napoli, Raffaello Converso Trio partecipa in rappresentanza dell’Italia al XVII° Festival Internazionale delle Tradizioni Popolari organizzato dall’ACTA di Vico Equense.
Con lui Vittorio Cataldi alla fisarmonica ed Enzo Pinelli alle percussioni.

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I prossimi appuntamenti previsti in Sicilia nel 2009:

Raffaello Converso e Lucia Chirico in
Historia de un amor

20.12.2009 Castelbuono (PA) Monastero di Santa Venera (Badia), Sala delle Capriate ore 21:30

Ecco il messia
sacra rappresentazione per voci e orchestra
di Roberto De Simone
direttore d’orchestra Renato Piemontese

25.12.2009 Ragusa Cattedrale ore 21:00
26.12.2009 Catania Chiesa S. Francesco d’Assisi all’ Immacolata ore 21:00
27.12.2998 Marsala (TP) Chiesa Madre ore 21:00
28.12.2009 Piazza Armerina (EN) Cattedrale ore 19:00

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In occasione della nuova strada di Napoli intitolata al compositore Salve D’Esposito martedì 20 ottobre 2009 al BlueStone di Napoli

Raffaello Converso & Anemaecore Ensemble

con

Mimmo Napolitano: pianoforte
Giuseppe Di Colandrea: clarinetti e sassofoni
Gianluca Falasca: violino
Mauro Fagiani: violoncello
Luigi Sigillo: contrabbasso
Gianluca Mirra: batteria

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trio conversoDopo il successo dello spettacolo ”Da Fahr’n wir Nimmer Hin” tenuto insieme all’attore Bavarese Gerhard Polt, continuano i concerti del ”Trio Converso” in terra tedesca con altri 4 appuntamenti:

15 16 e 17 maggio a Neuburg an der Donau
20 maggio a Wolnzach

Accompagnati alla chitarra da Edo Puccini.

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Powerd by Luigi Marrazzo